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Piante officinali
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Cicerbita alpina (L.) Wallroth

cicerbita

Compositae

Nome volgare: Cicerbita violetta, cicerbita azzurra,lattuga alpina, lattuga di monte, radicchio di montagna, radicchio dell'orso.

Forma biologica : Emicriptofita scaposa ( pianta perennante per mezzo di gemme poste a livello del terreno con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie)

Descrizione :
Pianta erbacea perenne, lattiginosa con fusto eretto, cavo violaceo scuro, da 60 a 130-200 cm. di altezza, con peli ghiandolosi nella parte superiore, generalmente non ramificato
Foglie lirate pennatopartite,dentate, con lobi terminali ampi e triangolari-acuminati, foglie superiori con base auricolata amplessicaule.
Fiori, in capolini numerosi, tutti ligulati, raccolti in una pannocchia racemosa allungata, con infiorescenze azzurro-violette, involucro lungo 10-15 mm., con peli ghiandolari bruni. I fiori sono ermafroditi e l’impollinazione avviene tramite farfalle ed api.
Frutto , achenio fusiforme munito di un pappo di ca. 6-7mm.

Antesi : giugno -luglio

Tipo corologico :
Europa. Distribuita sulle montagne europee, ma con prevalenza sulle catene meridionali.

Distribuzione in Italia: nelle Alpi: dal cuneese alla carniche, rara nell’Appennino settentrionale fino al pistoiese.

Habitat:
boschi umidi, lungo torrenti e ruscelli, nelle vallecole, lungo i corsi d’acqua, quasi sempre in associazione con altre erbe a foglia larga. Vive in ambienti di boscaglia rada, accompagnata spesso dall’Ontano verde (Alnus viridis ). Questa pianta colonizza i pendii dei canaloni e le rive dei torrenti alpini, cresce su terreni poveri, ma ricchi di umidità, arricchendoli di azoto assimilabile poi dalle piante circostanti, quali la Cicerbita alpina, l'Adenostyles alliaria , Peucedanum ostruthium e l'Achillea macrophylla
Si trova ad una altitudine dai 1000 ai 2000 mt , eccezionalmente fino ai 2200 mt.

Note di sistematica :

Cicerbita plumieri (L.) Kirschleger- Cicerbita di Plumier, (= Mulgedium p. L.) DC.) che si differenzia quale pianta del tutto glabra, foglie profondamente pennatopartite e fiori di un colore azzurro-pallido.
Cicerbita macrophylla (Willdenow) Wallroth -Cicerbita maggiore, ( = Mulgedium m. (Willd.) DC.) con fusto ghiandoloso nella parte superiore, foglie inf. con un paio di lobi laterali, lirate-pennatofida e fiori in pannocchia corimbosa lassa con fiori azzurri od azzurro violacei, rizoma strisciante.

Etimologia :
dal latino Cicerbita, che trae da cicer =(cece) per i suoi semi piccoli e rossi che ne rendono in qualche modo la figura, alpina quello specifico dell’habitat.

Utilizzi e Curiosità: La Cicerbita alpina appartiene alla categoria delle cicorie e si colloca tra le piante commestibili più gradite all’uomo. I germogli, appena spuntati,all’inizio di stagione tra aprile-giugno, a seconda delle stagioni, sono teneri e croccanti e si consumano crudi o cotti ,abbinati talvolta con ricotta affumicata o prosciutto cotto oppure sott’olio .Sono cose per palati raffinati. Presentano un particolare gusto amaro ed hanno proprietà depurative, diuretiche ed immuno-stimolanti.
Nelle zone alpine, fino agli anni sessanta, si praticava la raccolta spontanea, ad uso esclusivamente famigliare. Oggi, questa consuetudine ha preso piede, passando dalle tavole famigliari a quelle dei ristoranti, estendendosi soprattutto nelle pianure venete e lombarde, dove questo prodotto è maggiormente ricercato.La raccolta è diventata sempre più indiscriminata e la richiesta di questi preziosi germogli ha raggiunto prezzi e livelli tali da indurre la provincia autonoma di Trento quale specie a rischio, includendola tra la flora protetta e regolamentata,(come per i funghi,) per arginare questo spiacevole fenomeno.
Già da alcuni anni , alcune province, stanno promuovendo tentativi di riproduzione di questa specie su suoli idonei, spronando la popolazione che vive in particolari zone ed altitudini a prodotti alternativi e più rimunerativi alle coltivazioni tradizionali, riducendo così il prelievo nelle zone naturali di crescita e diminuire l’eccessiva presenza umana, che è elemento di disturbo alla fauna alpina, che nello stesso periodo si sta riproducendo.